Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra: assonanze dissonanti

La maggior parte delle persone, estranee al settore, indipendentemente dal livello di istruzione, associa allo psicologo l’idea dello “strizza cervelli”, ritrovandosi non solo a equivocare la figura dello stesso con quella dello psicoterapeuta e dello psichiatra, bensì i rispettivi interventi, supponendo cure farmacologiche laddove non rientrano nelle competenze o non sono necessarie e trattamenti falotici durante le famose sedute, collettivamente immaginate su un lettino/chaise longue.

Una verità in tutta questa costruzione offuscata è che tutti i professionisti citati vi faranno sedere. Indipendentemente da dove, “la seduta” è assicurata e non rimarrete in piedi!

Formazione e competenze delle rispettive professioni

Lo psicologo:

  • Laurea Magistrale 5 anni
  • 1 anno di tirocinio post-lauream, obbligatorio, ai fini dell’esame di stato

Lo psicologo non prescrive alcun farmaco! Attraverso colloquio clinico e somministrazione di test com-prende ( dal lat. “cum-prehendere” - “prendere insieme”) il funzionamento della mente, esplicitato attraverso i comportamenti ( verbali - non verbali), le relazioni ed i processi mediante i quali le persone interagiscono nei diversi contesti personali e sociali.

Effettua interventi di diagnosi, supporto, abilitazione e riabilitazione e lavora, inoltre, in ambito preventivo per contribuire al benessere psicologico di individuo, gruppo e comunità ed effettua sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Non strizza alcun cervello, non effettua alcuna manovra sullo scalpo e non vi farà del male perchè si occupa di difficoltà di diversa entità.

La figura cui compete invece la prescrizione psicofarmacologica è lo psichiatra

  • Laurea Medicina e Chirurgia 5 anni
  • specializzazione in psichiatria 4 anni

Egli lavora sugli scompensi chimici e fisiologici riducendo la sintomatologia espressa dal paziente, che viene concepita come derivante da uno scompenso a livello fisiologico del sistema nervoso centrale

In modalità diversa, e senza la prescrizione di farmaci, lo psicoterapeuta, erroneamente chiamato psicologo, oltre ad avere in comune con esso la stessa formazione di base, caratterizza il suo intervento su un ventaglio di tecniche che portano alla risoluzione di una problematica, difficoltà e sintomatologia, dalle più semplici alle più complesse. Non solo lavora sul sintomo, ma attiva le risorse del cliente consentendogli di compiere scelte consapevoli nella pienezza ed autonomia del suo essere

  • Laurea Magistrale in psicologia (5 anni)
  • tirocinio post-lauream di 1 anno ai fini Esame di stato EDS ed abilitazione alla professione
  • Specializzazione in psicoterapia di almeno 4 anni con psicoterapia personale e tirocinio annuale in strutture accreditate dal SSN

Un esempio pratico

Supponiamo l’insorgere improvviso di: tachicardia, sudorazione, parestesie ( sensazione di formicolio o intorpidimento), nausea o dolori addominali e tremori, e che il caso fosse isolato, ovvero presentatosi per la prima volta.

La prima cosa che alla maggior parte delle persone verrebbe in mente sarebbe quella di rivolgersi al proprio medico di base e sottoporsi ad una visita. Giusto e saggio!

Una volta esposti i sintomi al vostro medico, egli si sentirebbe nelle condizioni di effettuare un’anamesi approfondita, ovvero raccolta di più informazioni possibili riguardo al vostro stile di vita e sottoporvi giudiziosamente alla misurazione della pressione sanguigna, elettrocardiogramma etc., etc. ...

Supponiamo ancora che i risultati delle indagini mediche fossero positivamente negativi: ottima salute ma che a distanza di tempo, questi sintomi verrebbero a rifarvi visita e voi foste nuovamente propensi a ritornare dal medico, convinti di avere una qualche malattia, “not found”, e che sia lui a suggerirvi di andare da uno psicologo, dopo aver ri-eseguito indagini strumentali.

La maggior parte degli esseri umani preferirebbe uno scompenso cardiaco piuttosto che presentarsi dinnanzi alla figura mitologica con 3 teste e 6 occhi.

“Gap”: “ Io sto bene, sono perfettamente normale, non sono matto, non ci vado dallo psicologo è solo che mi sento male!”.

Il bravo medico non silenzia il paziente prescrivendo le classiche “2 gocce” ma sollecita a rivolgersi allo psicologo, il quale, attraverso uno o più colloqui, sarebbe lì ad accogliere e cogliere il malessere, a cum-prehendere non solo la sintomatologia ma gli aspetti ad essa sottesi, restituendo un senso a quanto stia succedendo ed indicandovi un piano di intervento, accordato insieme. Non prende decisioni per voi, non da consigli in base al proprio punto di vista personale e non effettua interventi senza la vostra partecipazione e consenso.

Lo psichiatra, sulla base dei sintomi espressi prescriverebbe, per far fronte al problema, una cura farmacologica, volta alla riduzione dei sintomi ma interrotta/sospesa, questi si ripresenterebbero.

L’intervento dello psicoterapeuta sarebbe quello di ridurre la sintomatologia, senza prescrizione farmacologica, portando il cliente alla gestione del sintomo, quest’ultimo inteso come comunicazione di una capacità errata e poco funzionale di risolvere un problema, spingendo il portatore di questo in una trappola che si rinforza nel tentativo, sbagliato, di ottenere un risultato. Un individuo, per risolvere un problema, non si accorge del fatto che sta attuando delle soluzioni,  non solo inadeguate, ma che addirittura lo alimentano. Così lo psicoterapeuta attiva la consapevolezza delle proprie modalità comportamentali non adeguate e la capacità di trovare nuove soluzioni, nuove strategie, e flessibilità.

Ognuno di questi professionisti ha un ruolo fondamentale. Approcciarsi olisticamente ad una situazione di malessere permette di condurre una vita pienamente efficente anche nei disturbi psichici più complessi.

Le cure farmacologiche non silenziano le difficoltà che si presentano sul percorso di ognuno ma, in alcune fasi di un malessere ed in alcune particolari patologie, sono necessarie a uscire dalla selva oscura per poter lavorare a livello psicologico.


Esame di stato per psicologi, prepararsi alla quarta prova
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Rappresentazione grafica realizzata da Valeria Papa

Come si svolge la prova orale

Dopo tanto sacrificio siete giunti ad un passo dal traguardo e non è il caso di sottovalutare l'ultima prova che, seppur potrebbe avere l'odore della formalità, è un ultimo step da superare per abilitarvi e, ahimè, si verificano bocciature come potrete appurare consultando gli elenchi dei vari atenei, nell'apposita sezione dedicata all'esame di stato.

Il colloquio verterà sulla conoscenza del codice deontologico, della legge 56 del 18 febbraio 1989 (consultabili cliccando sulle parole evidenziate) e chiarimenti sulle prove precedenti,per quanto riguarda gli aspetti teorici da studiare.

Ci saranno, però, altre domande relative all’esperienza di tirocinio ed alle prospettive future che non necessitano di studio ma di una riorganizzazione di idee. 

La prova orale si svolgerà davanti alla commissione giudicatrice delle prove precedenti. Avrete bisogno di portare con voi solo la carta d’identità e tutta la vostra sicurezza, preparazione e padronanza professionale.

Riguardo al codice deontologico vi chiederete : “Si deve studiare ogni articolo a memoria ed associare il numero all’articolo?”

La risposta più consona dovrebbe essere che l’inflessibilità non può appartenere allo psicologo,per cui ogni articolo è ,sì, da conoscere, comprendere e saper esporre ma confondersi sul numero non rappresenta un dramma irrimediabile che implica la bocciatura.

Inoltre mentre studierete vi verrà in automatico associarvi anche il numero e 42 articoli non sono tantissimi!

Vi sarà richiesto di esporre il codice in diverse forme:

-Articoli nello specifico, es : “mi parli dell'articolo 33 ..34 ...” ecc

-Articoli che trattano determinati principi, es: “mi parli degli articoli sull’autonomia professionale/ sul segreto professionale” e così via

-Parlare dei principi deontologici riscontrati durante il tirocinio, es: “Quali articoli del codice deontologico ha potuto constatare durante l’esperienza di tirocinio” per cui andrete a citare gli articoli che ritenete più adeguati

-Domande sul codice sotto forma di esempi : "Se un paziente dovesse raccontarvi "x,y,z" quali norme del codice sareste tenuti a rispettare?

Legge 56/89: medesimo princìpio. Conoscere la legge ma non è indispensabile conoscere il numero associato degli articoli.

Per quanto concerne l'esperienza di tirocinio è utile riorganizzare le idee su ciò che avete visto fare e vi è stato concesso fare, e che competenze avete acquisito, tenendo ben presenti i vostri vincoli da tirocinante e quelli del tutor.

Riflettete, come già detto, sulle norme del codice che potreste associare e visto applicare da parte dei vostri tutor/equipe durante il tirocinio.

Qui l'elemento realmente decisivo è averlo svolto! Vi verrà naturale esporre quanto chiesto.

La maggior parte dei candidati respinti in quarta prova non hanno svolto realmente il tirocinio.

Come ben sapete, per accedere all'EDS è da svolgere obbligatoriamente un anno continuativo di tirocinio post-lauream in 2 settori diversi tra : clinico/sviluppo/lavoro, effettuare la relazione finale ed attenderne l'approvazione da parte della vostra università.

Pertanto, anche se avete imparato bene le norme del codice deontologico risulterete aver già violato il codice e decoro professionale prima di divenire psicologi.

Se foste voi ad essere in commissione, fareste diversamente .. ?? 

Riguardo alle prove svolte,  le domande verteranno sui chiarimenti riguardo l'utilizzo degli strumenti diagnostici utilizzati, interventi, scelta di teorici e metodi usati.

Ricordate e riflettete su cosa avreste potuto aggiungere o evitare e aspettatevi delle domande relative. 

Un ultimo suggerimento è quello di puntare un ripasso che tenga conto delle referenze della commissione.

Questo vale per chi sostiene l'EDS nell'ateneo dove ha svolto il corso di studi. Se la commissione si compone di docenti, già conosciuti, le cui specialità sono, ad esempio, gli strumenti della valutazione diagnostica, non aspettatevi che domande e approfondimenti su tali argomenti!

Credete nelle vostre capacità ed in bocca al lupo!


Esame di stato per psicologi, prepararsi alla terza prova
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Rappresentazione realizzata 
da Valeria Papa


Il caso clinico

Siete ad un passo dalla fine ed i livelli di arousal al punto giusto per poter continuare a convergere le vostre risorse verso l'obiettivo!

In terza prova avrete davanti la breve descrizione di un caso clinico in ambito evolutivo o adulto e dovrete effettuare un’ipotesi diagnostica proponendo l’intervento più adeguato.

E' il momento ancora più opportuno per mettere in gioco tutta la vostra preparazione!

È doveroso premettere e ricordare che la professione di psicologo, come regolamenta articolo 1 della legge n 56 del 18 febbraio 1989, comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento, in ambito psicologico, per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità ed altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Si tratta di un principio inflessibile da tenere in considerazione in terza prova e dopo l’abilitazione! Siete psicologi non psicoterapeuti, né psichiatri!  

Salvaguarderete, sì, la vostra autonomia professionale nella scelta dei metodi, ma riconoscerete, al contempo, i limiti del vostro intervento e proporrete al paziente, ove necessario, altre figure che siano d’aiuto per dare una risposta efficace ed immediata alla problematica presentata.

Fare diagnosi psicologica significa raccogliere informazioni sul soggetto e codificarle al fine di raggiungere la comprensione della sua struttura e del suo funzionamento per poi effettuare una valutazione complessiva che tenga in considerazione il quadro sintomatologico ma senza soffermarsi solo ad esso. La finalità è aiutare il paziente! 

Una volta orientati verso un’ipotesi di diagnosi attraverso il colloquio, dovrete avvalervi degli strumenti psicometrici che possano avvalorare l’ipotesi, sempre in virtù della proposta di intervento, mirata a rispondere esclusivamente alle esigenze del paziente!

Una guida utile e poco dispendiosa che presenta una rassegna di casi clinici adulti secondo le indicazioni per l'EDS è il seguente: " PSICOLOGO: CASI CLINICI , per la professione e l'esame di stato" disponibile anche su Amazon.

Per chi predilige il caso clinico evolutivo, invece, potrebbe consultare il testo di Fabio Celi:

Nel corso dell’articolo troverete informazioni su come orientarvi a svolgere questa terza prova.

Come svolgere il caso:

La prima cosa da fare è leggere la traccia e valutare in base a quando descritto in essa i seguenti 5 punti:

  1. Invio del paziente
  2. Motivazione
  3. Domanda di consultazione 
  4. Diagnosi di stato 
  5. Storia Personale
  6. Sintomatologia espressa

Vale a dire:

1 Il paziente chiede spontaneamente una consultazione o viene inviato da altri?

Questo primo punto da informazioni importanti e fondamentali per il clinico sul grado di consapevolezza del soggetto rispetto al disagio psicologico e sulla motivazione al trattamento.

2 Quale è la motivazione del paziente?     

La motivazione si riferisce allo scopo che sottende la richiesta della persona che si rivolge allo psicologo,  alle aspettative del paziente ed ai bisogni che la persona investe nella relazione con lo psicologo e può essere:

  1. Intrinseca: espressa dal soggetto stesso
  2. Estrinseca: richiesta da altri e non principalmente dal soggetto.

3 Che problema/difficoltà porta il paziente al primo colloquio? 

La domanda di consultazione riguarda il motivo per cui il soggetto consulta lo psicologo e può essere il linea disagio psicologico quando il soggetto ha buona consapevolezza, oppure sottendere altre problematiche che il clinico indagherà attraverso la “diagnosi di Stato” e la storia del paziente “anamnesi”

4  Che informazioni ricaviamo dal linguaggio verbale e non verbale del sogetto?  

La diagnosi di Stato riguarda, appunto, lo stato del soggetto nel momento in cui arriva in consultazione e deve essere effettuata in fase iniziale per permettere di ottenere informazioni sulla eventuale compromissione di alcune aree e sul grado di gravità al fine di stabilire l’iter diagnostico e gli strumenti di rilevazione da utilizzare. Pertanto, si presterà attenzione a: aspetto, comportamento, vigilanza, attenzione, sensazione e percezione, memoria, pensiero, affettività, umore, consapevolezza, capacità di giudizio.

5 Non dare nulla per scontato! È necessario raccogliere informazioni che indirizzino il clinico verso un’ipotesi diagnostica. In base alle informazioni che si vogliono ottenere,  si procede alla raccolta anamnestica familiare, Fisiologica e medica, socio-relazionale e psicopatologica.

Se avete già tutti questi dati si procede ad effettuare l’ipotesi di diagnosi ed intervento ma in sede d’esame di stato, come già detto precedentemente , queste informazioni non sono sempre riportate, per cui le citerete sugli approfondimenti da fare per giungere ad un’ipotesi diagnostica quanto più corretta.

Ricordate, è bene parlare di ipotesi diagnostica e non di diagnosi! Siate “Socratici” in modo che sapendo di non sapere potrete non trascurare nulla ed approfondire per giungere alla conoscenza.

L’ipotesi diagnostica deve rifarsi ad una classificazione nosografica. Sono diversi i sistemi nosografici: ICD-10; DSM-5 e PDM

ma la classificazione nosografica da utilizzare, poiché maggiormente conosciuta e consultata a livello internazionale è il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali ovvero il  DSM-5 !

Ciò che dovrete svolgere viene sempre esplicitato nella traccia ma solitamente la struttura del vostro lavoro dovrà presentare :

  • La classificazione nosografica utilizzata
  • Ipotesi Diagnostica sulla base dei sintomi riscontrati 
  • Ipotesi Differenziale
  • Approfondimenti diagnostici per avvalorare l’ipotesi
  • Colloqui di approfondimento 
  • Trattamento/Intervento comprensivo di : approccio,orientamento, ed obiettivi 
  • Restituzione

Esempio pratico

" Un uomo di 44 anni giunge in prima consultazione su diversi tentativi di invio da parte del suo socio di lavoro e dei familiari. Afferma di aver avuto un incidente in moto, insieme alla fidanzata, riportando lesioni fisiche di vario genere e che la compagna si trova attualmente in stato neurovegetativo conseguente all'incidente. Riferisce, inoltre, che negli ultimi 6 mesi, fa incubi ricorrenti, ha difficoltà a concentrarsi, presenta flashback relativi all'evento ed il suo umore è irritabile. Aggiunge di provare uno stato di angoscia che aumenta quando si presenta in ospedale a trovare la compagna, a causa della sua condizione di salute, rimasta invariata."

  • Al fine di effettuare un’ipotesi diagnostica quanto più chiara possibile si farà riferimento ai principi della psicologia clinica ed alla classificazione nosografica proposta dal DSM-5
  • Un uomo di 44 anni, arriva in prima consultazione inviato su più tentativi dal socio di lavoro e dalla famiglia. Questo  primo elemento ci fa supporre uno scarso "insight" oltre che motivazione estrinseca. In base alla sintomatologia espressa negli ultimi 6 mesi in seguito all'incidente : incubi ricorrenti,  difficoltà di concentrazione, flashback, umore irritabile  si potrebbe ipotizzare un disturbo da stress post-traumatico in quanto vengono soddisfatti i criteri  diagnostici del DSM-5 ovvero: A) La persona è stata esposta ad un evento traumatico ha assistito, o si è confrontata con un  evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri; B) L'evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi: Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell'evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni ( IL SOGGETTO PRESENTA FLASHBACK) ; D) Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi: Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno; Irritabilità o scoppi di collera; Difficoltà a concentrarsi; Ipervigilanza; Esagerate risposte di allarme; E) La durata del disturbo è superiore a 1 mese; F) Il disturbo causa un disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti
  • Saranno necessari ulteriori colloqui per approfondire ed esplorare il vissuto relativo all’evento traumatico, effettuare una raccolta anemnestica socio-lavorativa per confermare i criteri C) del disturbo da stress post traumatico. Sarebbe utile somministrare strumenti psicometrici quali: CAPS ovvero Clinician Administered PDTS Scale per valutare la presenza del disturbo;   L’MMPI-2 Per valutare la personalità oltre la sintomatologia espressa e nella fattispecie l'ansia di stato attraverso la scala di contenuto ANX. 
  • Ci si potrebbe avvalere di una consulenza psichiatrica per valutare l’opportunità di un eventuale trattamento farmacologico volto a ridurre la sintomatologia espressa, abbassare il livello di vigilanza ed in tal modo favorire il trattamento psicologico
  •  Si potrebbe proporre un trattamento psicoterapeutico di tipo supportivo-espressivo ed avvalersi della tecnica EMDR d'elezione per il DPTS
  • Sarà necessario prioritariamente lavorare sulla motivazione e dare un senso alla sintomatologia all’interno della storia di vita del soggetto.  Potrebbe essere utile effettuare un lavoro sulla capacità di gestione dello stress per poter affrontare adeguatamente gli eventi futuri ed indagare ed eventualmente contenere il senso di colpa ed angoscia relativi allo stato della compagna.

In questo caso manca la diagnosi differenziale che solitamente si pone con il disturbo acuto da stress la cui durata dei sintomi interessa un periodo di tempo che va da 3 giorni a 1 mese dall’esposizione al trauma. Quando i sintomi persistono per più di 1 mese si effettua la diagnosi di PTSD.

Per esercitarsi :

Il candidato illustri le modalità con cui intende acquisire maggiori conoscenze per produrre una ipotesi diagnostica ed indichi gli interventi più idonei che potrebbero essere attuati.

• Carlo, un ragazzo di 19 anni alto e molto magro, viene accompagnato dei genitori presso centro salute mentale di riferimento perché preoccupati dei comportamenti del figlio negli ultimi sei mesi: Ha smesso di uscire con gli amici, Se ne sta spesso ritirato in camera sua, con i genitori e la sorella comunica lo stretto necessario e il mattino dopo non riesce ad andare a scuola. Ripetente, Carlo è un ragazzo che ha sempre fatto un po' di fatica negli studi ed ha sempre avuto un carattere timido e riservato ma non s'era mai comportato cosi. I genitori dicono di vederlo cambiato come se fosse sempre assente, in un altro mondo. Al colloquio il ragazzo si presenta con le cuffie dell'iPod nelle orecchie e gli occhiali da sole anche se è quasi sera. A stento riesce a dire che le cose sono cambiate, Non sono più le stesse E fa fatica a dormire.

• Giorgia ha 10 anni e frequenta la quinta elementare. I genitori hanno in corso una separazione molto conflittuale: il padre non vive più con la famiglia già da qualche tempo. Gli insegnanti rilevano nell'ultimo periodo molte difficoltà di Giorgia a mantenere la concentrazione dell'attenzione in classe,  una grande fatica a rimanere seduta nel proprio banco, difficoltà a seguire la lezione ed un modo invadente di entrare in relazione con i propri compagni. Per tali ragioni viene da loro consigliata una consulenza psicologica per comprendere meglio le difficoltà di Giorgia.

• Diana, giovane donna trentacinquenne ha abusato di cocaina fino all'età di 16 anni. Da qualche anno ha sviluppato una forte dipendenza dalla sostanza. Si rivolge al SerT in seguito ad una segnalazione della prefettura essendo stata fermata dalla polizia e trovata in possesso di una modica quantità di cocaina. Al primo colloquio racconta di essere figlia unica di una coppia con gravi più problemi coniugali. La giovane donna vive tuttora con i genitori e la stessa ha avuto una vita affettiva segnata da tradimenti e fallimenti. Lavora come operaia in una cooperativa ma rischia di perdere il posto di lavoro ed ha gravi problemi economici derivati dalla dipendenza da cocaina e dal suo costo.

• Anna 17 anni, arriva in consultazione accompagnata dalla madre, preoccupata per il suo isolamento sociale. Infatti quando arriva l'estate non esce con gli amici e trascorre tutte le vacanze chiusa in casa. Il comportamento è iniziato nella prima adolescenza e progressivamente si è acuito nell'ultimo anno. Anna è una ragazza timida e a tratti distoglie lo sguardo dal clinico. Sebbene la stagione sia calda indossa maglietta a maniche lunghe e pantaloni. Alla domanda dello psicologo su quale sia il motivo del caldo abbigliamento risponde che non vuole mostrare le lesioni sulla pelle che si procura da sola, raccontando che è il motivo del suo isolamento ma che non è riuscita a confidare ai genitori per paura del loro giudizio. Racconta di stuzzicarsi la pelle e quando si formano delle croste che vengono "via bene" prova un senso di sollievo.

• Gli insegnanti bella classe terza della scuola primaria Leopardi di Perugia si rivolgono allo psicologo per segnalare Matteo, un bambino a loro dire particolarmente difficile da comprendere. Nel corso dei due precedenti anni scolastici i genitori di Matteo sono stati più volte convocati perché il bambino, in genere taciturno e silenziosamente seduto al banco, mostra un'improvvisa quanto immotivata aggressività nei confronti dei compagni di classe. I docenti riferiscono che Matteo è un alunno cognitivamente vivace, interviene in modo logico e pertinente utilizzando un linguaggio lessicalmente e grammaticalmente molto più corretto ed appropriato della media dei sei compagni. Purtroppo lamentano che la maggior parte delle volte si distrae non terminando le verifiche scritte, e nonostante invitato a riflettere sulle conseguenze negative per il suo comportamento, Matteo non si mostra minimamente preoccupato. Trascorrere tutto il tempo da solo e quando gli altri alunni escono in giardino si mette ad osservare piante e insetti con la lente di ingrandimento che porta sempre nell’occhio zaino ed utilizza per creare giochi di luce in classe  bruciacchia formiche e sterpaglie con  riflesso del sole.

Ricordate che il tempo a disposizione è solitamente di 2 ore ed i criteri di valutazione sono i medesimi per tutte le 3 prove.

cshow Esame di stato per psicologi, prepararsi alla terza prova

Esame di stato per psicologi, prepararsi alla quarta prova 

Esame di stato per psicologi, prepararsi alla seconda prova
formato-web-ile Esame di stato per psicologi,  prepararsi alla seconda prova
Rappresentazione realizzata 
da Valeria Papa 

A differenza della prima o altre prove, ove si hanno già delle conoscenze, lo studio quinquennale di ogni corso di laurea in Psicologia non forma sull'acquisizione di conoscenze relative alla realizzazione di progetti.

Per cui, a meno che non abbiate svolto il tirocinio post-lauream con tutor che si siano occupati di progetti, saprete ben poco o quasi nulla.

Vi sentirete smarriti, ma una volta presenti i punti di stesura ed approfondite le metodologie impiegate per le relative attività, riuscirete a fronteggiare in modo ottimale, anche questo step!

Come in tutte le prove, una volta acquisite le conoscenze relative, esse saranno conciliate al vostro modo singolare di approcciarvi ad una problematica. Pertanto, è sempre opportuno non imparare progetti a memoria, ma esercitatasi a svolgerne in diversi ambiti.

Non sarete uno psicologo specializzato in un settore particolare ma dovrete calarvi nei panni di un progettista di interventi! Potrà essere richiesto di svolgere un solo progetto (unica traccia) tra: ambito clinico adulto e clinico evolutivo, sociale, di lavoro e scientifico o sceglierne uno tra i diversi ambiti citati. Dipende dall'ateneo, ma solitamente  avrete a disposizione la scelta di più tracce, per cui sceglierete quella che più vi aggrada e per la quale sentirete di avere più padronanza.

Una volta compreso come effettuare un progetto, pur se senza possibilità di scelta, sarà realizzabile indipendentemente dall'indirizzo di laurea.

A differenza delle altre prove è indispensabile l'acquisto di un testo. Quello "ad hoc", più chiaro ed esaustivo in commercio, riguardo le metodologie e la spiegazione di ogni fase è "Lo psicologo e la progettazione. Progetti in ambito clinico, sociale, evolutivo e del lavoro"

Non è necessario, come ho esposto negli articoli precedenti, acquistare ulteriori testi rispetto a quelli che già avete per la prima o altre prove dell'EDS, ma consiglio l'acquisto di questo testo, perché indispensabile per far fronte alla 2 prova ed alla pratica lavorativa futura.

Gli altri testi, relativi ai progetti, meno costosi, danno sì un'infarinatura su come realizzare un progetto ma prediligono una sola metodologia. Potreste trovarvi a non condividerla e non avere chiaro il modo esatto di stesura di un progetto e di conseguenza, vi auguro di no, essere bocciati alla seconda prova.

I punti imprescindibili per la stesura di un progetto

I progetti possono riguardare la prevenzione, il  sostegno e la riabilitazione ma ognuno prevede la stesura di punti imprescindibili!

Sono 13 i punti che rimarranno invariati nella struttura di qualsiasi  tipologia di progetto e indipendentemente dall'ambito:

  1. Titolo
  2. Premessa, definita anche Analisi del Contesto / Teorie di Riferimento
  3. Destinatari (Diretti e Indiretti)
  4. Finalità o sotto la dicitura Obiettivo Generale
  5. Obiettivi Specifici
  6. Vincoli/Limiti
  7. Metodologie e tecniche di intervento
  8. Attività e fasi
  9. Tempi
  10. Costi
  11. Risorse Umane ed Economiche (operatori coinvolti e materiali )
  12. Rischi
  13. Valutazione ( da effettuare ex-ante per esplorare aspettative e bisogni dei partecipanti ; in itinere ovvero di monitoraggio e andamento generale; ex-post ovvero restituzione e verifica dell' intervento)

Non sempre viene richiesto lo svolgimento di tutti i punti in sede d'esame, ma è bene, in un ottica lavorativa, sapere che un progetto richiede la stesura completa di tutti i suddetti 13 punti .. Memorizzatela!

Esempio 

PROGETTO DI PREVENZIONE DEL JOB-BURNOUT

1 Il titolo deve far comprendere sommariamente di cosa tratta il progetto e viene indicato già nella traccia presentata:

Quindi il vostro titolo sarà : "Progetto di Prevenzione sul job burnout."

 Potrete anche scrivere il titolo in modo creativo, purché faccia comprendere che la finalità sia la prevenzione sul fenomeno richiesto.

2 Premessa, Analisi del contesto e teorie di riferimento :

In questo step dovrà essere effettuata una descrizione generale del fenomeno e le motivazioni per cui tale argomento è importante, rifacendovi alle teorie per spiegare il comportamento, in modo scientifico, sintetico ed esaustivo.

N.B. Anche nella seconda prova i criteri di valutazione per il vostro lavoro rimangono 1) utilizzo di un linguaggio scientifico 2) capacità di effettuare collegamenti 3) coerenza 4) Sinteticità

Continuiamo la premessa utilizzando l'esempio sul "Job-burnout" ( traccia ambito psicologia del lavoro)

Il personale ospedaliero,  impegnato prevalentemente in attività a diretto contatto con la persona malata, costituisce una categoria lavorativa a rischio per lo stress, il disagio psicofisico ed il job-burnout, ovvero una sindrome caratterizzata da una varietà di manifestazioni affettive, cognitive, fisiche, comportamentali e motivazionali come: umore depresso, ansia, instabilità emotiva, bassa stima di sé, senso di impotenza e di colpa, disturbi psicosomatici, sentimenti di rassegnazione, aumento consumo alcol e droga, insonnia, agitazione con conseguente assenteismo dal lavoro e comportamenti deumanizzati nei confronti di chi richiede cura e aiuto. Il contesto ed il clima lavorativo, con le sue variabili, costituiscono fattori decisivi in grado di influenzare lo stato di salute globale, nonché la qualità del lavoro.

3) Obiettivo generale : "Prevenire il job-burnout"  (A questa voce fare riferimento a ciò che viene richiesto nella traccia. In questo caso la prevenzione ma potrà essere richiesto un progetto di promozione benessere, sostegno e riabilitazione )

4) Obiettivi Specifici: riguardano nello specifico gli indicatori specifici a supporto dell'obiettivo generale

1)Informare e sensibilizzare gli operatori sul job-burnout per riconoscere e gestire la sintomatologia;  2) Migliorare le relazioni interpersonali nello staff e l’adesione alla mission aziendale; 3) Sviluppare adeguate competenze comunicativo-relazionali nel contesto lavorativo; 4) Aumentare la capacità di problem solving e decision making 5) Far emergere le percezioni e gli stati d'animo che i professionisti hanno di loro stessi in relazione al lavoro ed ai pazienti;

5) Destinatari : - Diretti Personale dell'U.O di cardiologia, equipe multidisciplinare : Tecnici della riabilitazione, Infermieri, fisioterapisti, medici. - Indiretti : pazienti e familiari. (Qui si distinguono i destinatari  a cui è rivolto direttamente il progetto e chi ne trarrà vantaggio)

6) Vincoli : orario aziendale, resistenze sulla figura dello psicologo, disponibilità operatori

7) Metodologia : (E' la parte più importante perché riguarda il modo con cui si vorrà procedere nello svolgimento del progetto. Dovrà, pertanto, essere coerente con l'obiettivo generale e quelli specifici.)  La metodologia impiegata sarà attiva ed integrata con le premesse della psicologia di comunità e dell'educazione socio-affettiva.

8) Attività: ( Parte centrale del progetto e si dirama a seconda degli obiettivi specifici preposti ed al metodo utilizzato)

  1. La prima fase sarà caratterizzata da 1 incontro di 2 ore, nel mese "X" volto alla presentazione del progetto da parte dello psicologo, presso "La sala conferenze " , rivolto al personale dell’U.O di Cardiologia con relativa firma del consenso informato. Lo psicologo sarà disponibile nel chiarire i dubbi riguardo la metodologia impiegata e verranno calendarizzati i successivi incontri. 
  2. La seconda fase sarà caratterizzata da incontri di 2 ore (1 a settimana) ciascuno con psicologo e tirocinante psicologo post-lauream, caratterizzati da : somministrazione del MBI (Maslach Burnout Inventory); Seminari informativi/lezioni frontali sul job-burnout; restituzione della valutazione sul MBI
  3. La terza fase si caratterizzerà da 5 incontri di 2 ore ( 1 a settimana) ciascuno con Circle-time insieme ad una tirocinante psicologa post-lauream per aumentare il rispetto, l’accettazione e la capacità comunicativa tra gli operatori.
  4. La quarta fase prevederà 8 incontri di 2 ore (1 a settimana) caratterizzata da empowerment e life skills per training su problem solving, decision making ed assertività.
  5. 5. La quinta fase prevederà l’attivazione di uno sportello di ascolto con psicologo a disposizione del personale per 3 mesi (1 volta a settimana, 2h) ed un incontro finale di 2 ore in plenaria con lo psicologo in cui sarà valutata l’utilità e gradevolezza del progetto.

9) Tempi:  9 mesi

10) Risorse : 2 Psicologi ed un tirocinante post-lauream; ; Sala Convegni dell'U.O; test e materiale di cancelleria.

11) Costi: 2 psicologi come da tariffario ordinistico ( fate il calcolo dello psicologo all'ora per le ore effettuate); test e materiale cartaceo e da ufficio € 1200. Totale (es € 20.000)

12) Rischi : Rinuncia dei partecipanti; Aumento di produttività dell'azienda.

13) Valutazione:  "ex-ante" somministrazione MBI ;  "in-itinere": osservazione ; "ex-post" somministrazioni analoghe per valutare le eventuali differenze che daranno una misura sull'efficacia del progetto.


Esame di stato per psicologi, prepararsi alla terza prova





Esame di stato per psicologi, prepararsi alla prima prova

Guida e Suggerimenti

formato-web-ile-1 Esame di stato per psicologi, prepararsi alla prima prova
Rappresentazione realizzata da 
Valeria Papa

QUALI ARGOMENTI STUDIARE

Prepararsi alla prima prova significa saper padroneggiare gli argomenti studiati durante il percorso di studio, relativi agli esami di Psicologia Generale, Psicologia dello sviluppo e Psicologia Sociale ma attenzione:

è fondamentale avere  anche ben presenti gli strumenti e tecniche della valutazione diagnostica dello psicologo, alias i test!

Come regolamenta la legge 56/89, che studierete per la prova orale, la professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali ed alle comunità. E altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Si tratta, infatti, di svolgere un solo tema, estratto tra 3 tracce preparate dalla commissione giudicatrice, sugli aspetti teorici della psicologia con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali.

Gli argomenti fondamentali, in ordine sparso, che bisogna padroneggiare, per superare la prova riguardano:

" Quadro storico della psicologia; Test Psicologi e Validità psicometrica, Metodi di ricerca in psicologia, Apprendimento, Attenzione, Comunicazione verbale e non verbale, Coscienza, Emozioni, Intelligenza, Linguaggio, Motivazione, Memoria, Pensiero, Ragionamento, Decision Making, Problem Solving, Meccanismi di difesa, Percezione, Personalità, Frustrazione e Aggressività, Cooperazione e Conflitto,  Sviluppo Sociale, Sviluppo Affettivo, Sviluppo emotivo, Sviluppo Cognitivo, Sviluppo Sociale, Sviluppo  Morale, Sviluppo Comunicativo, Stereotipi e Pregiudizi, L'identità, il gruppo, L'adolescenza”


COSA ESPORRE PER OGNI ARGOMENTO ?

Conoscere per ogni argomento le teorie principali, soffermandosi sulle più recenti, oltre che gli esperimenti effettuati a supporto.

Una volta rinfrescata la memoria, il resto risulterà essere un connubio tra la vostra capacità di ragionamento e di creare collegamenti, integrata alle conoscenze sui test adatti al contesto di applicazione.

Non si tratta di rifare gli esami già sostenuti ma di saper utilizzare le conoscenze relative per poi effettuare interventi.

Le tracce richiedono:

-Teoria/ea supporto, le più recenti o, nello specifico, il confronto critico tra 2 teorie

-Ambito di intervento dello psicologo

-Valutazione effettuata in relazione a quanto esposto, vale a dire gli strumenti utilizzati.

Organizzate  ed elaborate il lavoro con teorie approfondite in linea agli ambiti di intervento e  metodi di valutazione!

QUALI SONO I CRITERI DI VALUTAZIONE PER IL SUPERAMENTO DELLA PROVA?

Ricordate che i criteri di valutazione  su cui si baserà la commissione sono :

1Utilizzo di un linguaggio scientifico, 2capacità di effettuare collegamenti, 3capacità di sintesi e 4coerenza!

Vale a dire: utilizzare un linguaggio impersonale e ragionare esponendo quanto richiesto in modo sintetico ma esaustivo, seguendo un filo logico.

Se, ad esempio, relativamente all'apprendimento parlerete di interventi in ambito evolutivo, riferendovi solo nello specifico ai DSA, perchè la traccia richiede di approfondire un solo ambito applicativo, non andrete a citare test di valutazione diagnostica sull'ansia nonostante, come ben sappiamo, livelli elevati di arousal compromettono l'apprendimento in quanto risulta difficile focalizzare l'attenzione su uno stimolo e di conseguenza apprendere.

Andrete, pertanto, a citare i test di valutazione per i DSA, di cui avete parlato.

COME ORGANIZZO IL MIO TEMA?

Esercitatevi nella stesura dei vostri temi, seguendo la seguente scaletta:

1 Definire il costrutto in modo chiaro

2 Sintetizzare brevemente i vari studiosi o approcci che hanno apportato contributi

3 Appofondire la/e teoria/e con esperimenti a supporto. Meglio due in modo da poter effettuare un confronto, ove richiesto nella traccia (succede spesso)

4 Descrivere gli ambiti applicativi ed i test utilizzati.

Riguardo ai test, per non incorrere in errori penalizzanti, se non siete sicuri di scrivere informazioni esatte, prediligete un ambito con test che conoscete meglio.

QUANTO SCRIVO E QUANTO TEMPO HO A DISPOSIZIONE?

E' importante la qualità del contenuto, piuttosto che la lunghezza, anche perché in alcune università vi verrà dato un limite di scrittura.

Solitamente, indipendentemente dal limite imposto o meno, non è consigliato scrivere più di 4 facciate del foglio protocollo, che vi verrà consegnato dalla commissione, con timbro dell'università, perché si rischia di mostrare poca capacità di sintesi che rappresenta uno dei criteri di valutazione a vostro favore.

Inoltre, il tempo a vostra disposizione per la prova non supera le 3 ore e se avete intenzione di fare una brutta copia e poi trascrivere meglio il vostro lavoro, non avrete tempo!

E SE C'è UNA TRACCIA DOPPIA/INCROCIATA?

Nel caso di traccia doppia come  “ Memoria e apprendimento “ “comunicazione e linguaggio “ “sviluppo affettivo e personalità “ non serve svolgere miriadi di temi

Esercitatevi ragionando sulla correlazione tra i costrutti. Dopo aver rinfrescato la memoria sugli argomenti riportati, noterete che molti sono complementari. Abituatevi a riflettere perché vi servirà anche per le prove successive e soprattutto nella futura prospettiva lavorativa.

Svolgete i vostri temi sugli argomenti citati, seguendo la scaletta riportata senza imparare i temi già svolti che si trovano in commercio, non rispecchiano il vostro modo di scrivere! se doveste consultarli vi accorgerete che non scrivereste allo stesso modo e non approfondireste stesse teorie ed esperimenti.

Esercitiamoci con un esempio

Il candidato/a illustri sinteticamente le principali forme di apprendimento descrivendo le ricerche e i modelli più rilevanti, gli ambiti di applicazione e strumenti di valutazione.

SEGUIAMO LA SCALETTA:

Definizione

L'apprendimento è definibile come un processo cognitivo attraverso cui un'esperienza vissuta da un individuo in un determinato momento, apporta nelle modifiche cognitive e comportamentali stabili nel tempo. L'esperienza vissuta, pertanto, deve avere funzione stimolo, ovvero deve essere in grado di provocare una risposta.

Quadro storico 

Tra i principali filoni teorici, nello studio dell’apprendimento si iscrivono:

La Riflessologia Russa con I.Pavlov, secondo cui l'apprendimento sarebbe il risultato di un processo di condizionamento definito “classico o neurovegetativo”, per cui uno stimolo che inizialmente non provoca alcuna risposta (stimolo neutro) , dopo alcune associazioni di questo con uno stimolo che elicita sempre una risposta in modo naturale (stimolo incondizionato), sostituisce quest'ultimo, divenendo a sua volta uno stimolo capace di provocare una specifica risposta (stimolo condizionato). Tale concezione derivò dagli esperimenti sui riflessi di salivazione dei cani (continuare brevemente con l’esperimento )

Tra il 1913 e 1930 Si sviluppò il comportamentismo che vede nella figura di J. Waston il maggior esponente. Egli sosteneva che i codici che governano l’apprendimento sono comuni a tutti i materiali da apprendere: emozioni o abitudini considerando il comportamento come una forma di adattamento dell’organismo all’ambiente, facendo riferimento ai principi di Frequenza e Recenza, secondo cui un’azione che si è già verificata spesso o recentemente, con maggiore probabilità si verificherà ( esperimento caso piccolo Albert)

Il comportamentismo americano con B.Skinner definisce l'apprendimento come il processo per cui le conseguenze di una risposta fanno aumentare o diminuire le probabilità che essa sia nuovamente prodotta, definendolo un processo di condizionamento “operante/per prove ed errori” (esperimento skinner box)

Con il cognitivismo, di cui Tolman ne è precursore l'app. consiste nella ristrutturazione di mappe cognitive che vengono poi applicate quando necessario. Effettua degli esperimenti su 3 gruppi di ratti inseriti in un labirinto. Come ipotizzato i topi senza alcun rinforzo dovevano a prendere la struttura dello stesso. A tal proposito egli parla di mappa cognitiva grazie alla quale secondo il principio del minimo sforzo, la meta viene raggiunta per mezzo del percorso più semplice e meno dispendioso. (esperimento ratti sull’apprendimento del percorso del labirinto)

Lo psicologo canadese A. Bandura in ambito sociale  rilevò come il modellamento/ modeling, ovvero le esperienze indirette sviluppate mediante l’osservazione di altre persone, influenzasse l’apprendimento. Con il termine modellamento identifica un processo attraverso cui il comportamento di un soggetto si modifica in funzione dell’osservazione del comportamento di un altro individuo che funge da modello. (esperimento bambola Bobo)

La psicologia della Gestalt con Kholer ha messo in luce come l’apprendimento avverrebbe per “insight” ovvero attraverso intuizioni improvvise, anche se risultanti da un processo di osservazione, assimilazione, creatività ( esperimento scimpanzé)

Gli esperimenti citati tra parentesi sono  da esporre a supporto delle teorie

Ambiti Applicativi

Tra gli ambiti applicativi l’apprendimento,  trova terreno fertile in quello scolastico ed evolutivo dove si riscontrano sempre più frequentemente i disturbi del neurosviluppo  quali DSA  e ADHD e l’ambito  clinico adulto per disturbi d'ansia e fobie in cui comportamentismo e cognitivismo sono ampiamente utilizzati.

Considerando una problematica dal vertice del condizionamento operante, molti dei problemi che portano le persone a cercare aiuto possono essere considerati come cattive abitudini apprese e mantenute in quanto ricevono un rinforzo sul breve periodo, sebbene siano dannose a lungo termine. Mediante tecniche specifiche, si tende ad incentivare l’instaurarsi di un nuovo apprendimento che porti a un comportamento congruo, modificando la cattiva abitudine attraverso tecniche quali:  "desensibilizzazione" per ansia e fobie; "training di assertività" ed il "modeling" attraverso cui la persona apprende nuove modalità osservando il comportamento dello psicologo.

Riguardo l'area scolastica la somministrazione dei rinforzi facilita l’apprendimento sul piano didattico. Risulta importante individuare precocemente le conoscenze carenti o mancanti negli allievi potenziando motivazione e attenzione, pianificando una metodologia di apprendimento per fasi successive, perché se tali conoscenze risultano carenti o errate, i nuovi argomenti proposti dall’insegnante verranno appresi con maggiori difficoltà. Cornoldi ha individuato delle fasi fondamentali di insegnamento per imparare ad apprendere: Approcci Mnemonici che mirano a migliorare l’apprendimento fornendo non solo tecniche di memoria, ma anche specifici mediatori come le immagini mentali; Approcci Metacognitivi che si prefiggono di insegnare quelle conoscenze sul funzionamento delle aporie facoltà cognitive, quel controllo e quell’atteggiamento strategico che permettono un uso continuo, flessibile e maturo delle strategie.

Valutazione dello psicologo

Gli strumenti di valutazione, in ambito scolastico ed evolutivo a supporto dei disturbi specifici dell’apprendimento possono essere: l’IPDA che Consente di identificare precocemente le difficoltà di apprendimento; il test MT che consente di verificare l’apprendimento della lettura dalla prima elementare alla terza media; L’ABCA  ovvero il test di misurazione dell’apprendimento in ambito del calcolo matematico . Vi sono, inoltre, altre scale cognitive che misurano, tra gli altri fattori , anche l’apprendimento come nel caso delle scale W.I.S.C III utile per ottenere una valutazione complessiva del funzionamento cognitivo generale,

Valutare e identificare doti intellettuali; 

individuare difficoltà di apprendimento ed avere una guida nella pianificazione del trattamento e nelle decisioni di collocamento in strutture cliniche ed educative oltre che ottenere informazioni cliniche per la valutazione neuropsicologica del bambino di età compresa tra i 6 anni e 0 mesi e i 16 anni e 11 mesi.

Raccolta tracce estratte in vari atenei

La psicologia della percezione: Il candidato/a Illustri le principali tematiche e le ricerche più rilevanti, un ambito di ricerca e strumenti di valutazione

Il candidato illustri il metodo sperimentale con particolare riferimento ai diversi tipi di validità

La misurazione in psicologia il candidato nei illustri gli aspetti e i metodi più rilevanti

Il candidato analizzi sinteticamente un contesto o un fenomeno sociale in cui sia rilevante il tema della comunicazione e linguaggio, illustrando i lineamenti generali di una teoria, I principali autori di riferimento. Evidenzi inoltre i collegamenti fra teoria descritta e il contesto o il fenomeno scelto, esplicitando quali tipologie di intervento la teoria suggerisce

Memoria ed apprendimento. Il candidato/a illustri sinteticamente un modello teorico e ne descriva le implicazioni operative.

Il candidato illustri principali fattori che concorrono allo sviluppo ed alla costruzione dell’identità

Il candidato presenti sinteticamente le principali teorie sulle emozioni confrontandole fra loro e accennando alle ricadute applicative

Il candidato esponga le principali teorie sull’apprendimento confrontandone i paradigmi, i metodi di indagine e gli sviluppi applicativi

Il candidato illustri i concetti di contesto e ambiente come fattori determinanti dello sviluppo psicologico e del comportamento

Il linguaggio. Il candidato ne illustri e discuta criticamente gli aspetti teorici, metodologici applicativi, Soffermandosi sia sugli aspetti normali sia su quelli patologici

La relazione tra pari in età evolutiva: il candidato individui una fase di sviluppo e approfondisca le caratteristiche comportamentali, le metodologiche di analisi e gli aspetti culturali

Il colloquio metodo di indagine e di intervento che può essere utilizzato in diversi contesti: sperimentale, clinico, di lavoro e scolastico. Il candidato scelga uno dei suddetti ambiti e descriva rispetto adesso le caratteristiche del colloquio, le modalità di utilizzo e le finalità specifiche di applicazione

Il candidato esponga una o più teorie relativamente al tema dell’intelligenza scegliendo un particolare ambito disciplinare E indichi:La collocazione storico critica delle teorie esposte, i lineamenti generali nelle teorie esposte, la metodologia di indagine, i principali risultati conseguiti e le possibili applicazioni.

Tracce estratte Sessione 2018

- L'Aquila, Giugno 2018

Ragionamento e problem solving. Il candidato illustri le varie teorie , strumenti di valutazione e ambiti applicativi, facendo riferimento ad una bibliografia quanto più recente. Non estratte : "Sviluppo affettivo e personalità"; "Emozione e Motivazione"

- Chieti, Giugno 2018

"Componenti Ambientali e sviluppo linguistico" non estratte : "Sviluppo Emotivo" "Intelligenza e Ragionamento"

- Caserta, Giugno  2018

"teorie sulla memoria a confronto" non estratte : "Teorie sull'apprendimento" e "Linguaggio"

- Palermo, Giugno 2018

"Confronto tra metodo clinico e scientifico"

-Napoli , Giugno 2018

"Costrutto a scelta" 

-Roma : cliccando sulla parola " link"  potrete trovare le tracce estratte dal 2013 al 2017

Padova elenco tracce dal 2010 al 2018


Consiglio di svolgere in autonomia i vostri temi, usando i libri già a disposizione per il corso di studi. Nel caso voleste una guida da cui prendere spunto per i temi della prima prova potreste acquistare il testo  , accessibile cliccando sulla parola testo evidenziata.

Inoltre, come già esposto nel primo articolo relativamente all'EDS, il manuale di seguito, racchiude la preparazione per tutte le prove scritte e prova orale, con l'inclusione della legge 56/89, Codice Deontologico e relativa spiegazione degli articoli, ma sono informazioni che si possono trovare a titolo gratuito, cliccando direttamente sulle parole evidenziate. Pertanto il costo è eccessivo ma comunque un testo valido che permette di avere in un unico testo il materiale relativo a tutte le prove.


Se desideri ricevere chiarimenti, in modo completamente gratuito, puoi scrivermi privatamente nel modulo "contatti"  dal menu a tendina, o commentare pubblicamente, nella sezione infondo alla pagina.

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