Esame di Stato per psicologi

Chiarimenti e Consigli 

formato-web-ile-1 Esame di Stato per psicologi
Rappresentazione realizzata da
Valeria Papa

Superare l’esame di stato rappresenta l’ultimo step, tanto agognato, per poter finalmente iscriversi all'albo professionale ed iniziare a entrare nel mondo del lavoro.

Dopo aver conseguito la laurea magistrale, vi è l’illusoria convinzione di mettere da parte i testi adottati per lo studio degli esami, alcuni dei quali, è vero, alquanto "scomodi", e proiettarsi verso l'anno di tirocinio post-lauream.

Ecco che, riposti accuratamente tra gli scaffali della vostra libreria, per elaborare e dare forma alla fine di un percorso, dopo un pò di mesi ritornano a tremare, come fantasmi del passato, per lo studio dell'EDS!

E' importante tener presente che in ogni professione e, soprattutto, come regolamenta il codice deontologico degli psicologi italiani:

"Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità (...) "

Siamo tenuti a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali decidiamo di operare e la violazione dell’obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamento professionale.

Pertanto, pensare di non dover più studiare è una erronea illusione, soprattutto perché è un ambito complesso ed in continua evoluzione.

Approfondite per il piacere intrinseco verso la disciplina, oltre che per il superamento della prova, la quale richiede una somma cospicua per l'iscrizione.

In tutte le università italiane, l'eds consta in 4 prove: 3 scritti ed 1 prova orale ma ogni università ha il suo regolamento relativamente a costi e date tra una prova e l'altra, non sempre immutabili da sessione in sessione. E' bene consultarli preventivamente , nell’apposita sezione on line, sul sito di ogni università.

Tenete presente che  la mancata idoneità ad una delle 4 prove presuppone una nuova iscrizione, con costi che variano da 200-400€, oltre che l'attesa della seconda sessione utile, tra le uniche 2 annue: novembre e giugno. Pertanto, accedete al regolamento e iscrivetevi nella giusta tempistica ( settembre-ottobre per la sessione di novembre e aprile maggio per la sessione di giugno) 

Se iscritti alla sessione, ritenete di non essere sufficientemente preparati per affrontare al meglio le prove, presentatevi alla sessione successiva, è possibile! In tal caso, la somma versata per l'iscrizione rimarrà "congelata" ed avrete l'opportunità di mettere in campo la vostra preparazione alla sessione successiva senza dover versare ulteriori somme.

Riprendere i testi dei primi anni di studio, certo, non è il massimo, ma necessario per presentarsi con sicurezza e certezza di buon esito!

Esistono molti testi in commercio per la preparazione all'esame di stato e molta è la confusione su quale sia il migliore.

Avere un unico testo che accorpi suggerimenti e la stesura degli argomenti per tutte le prove riduce l'ansia e fa sentire più al sicuro, ma il mio consiglio è quello di fidarvi di voi e non  imparare a memoria le tracce svolte delle prove perché il vostro lavoro deve rispecchiare la vostra singolarità nel saper padroneggiare gli argomenti.

Acquistare una guida è rassicurante ma per la 1 prova è maggiormente vantaggioso rinfrescare la memoria sui vostri testi, in quanto, la stesura dei manuali per l'EDS  è, sì, realizzata da esperti nel settore, ma risente dell'influenza di un approccio teorico specifico, quello a cui gli autori aderiscono, con approfondimenti di teorie che magari voi non prediligereste.

I testi classici del vostro corso di laurea, invece, sono imparziali e completi di tutte le teorie per ogni costrutto e sarete voi a scegliere quale trattare nello specifico nel tema ed alle quali aderite di più.

E', invece, di fondamentale importanza acquistare un manuale che vi formi sui progetti, relativamente alla 2 prova, poiché tale conoscenza ed abilità non viene insegnata durante il percorso di studi. 

Tra i manuali in commercio, quello con ottimo rapporto qualità prezzo è il seguente poiché espone in modo chiaro ed esaustivo la pianificazione di un progetto e l'organizzazione delle fasi. 

Ho acquistato anche il testo seguente, al prezzo pieno di 89€ (edizione 2014) ma se dovessi tornare indietro eviterei poiché è una spesa eccessiva che non ha soddisfatto a pieno le mie aspettative.

La prima parte è dedicata alla stesura dei temi per la prima prova, a mio avviso inutili da studiare, perchè come già detto: il tema è personale! Vi capiterà di esporre approfonditamente una teoria con un esperimento a cui vi sentite più vicini rispetto a quelle approfondite nel testo relative ai costrutti.

La seconda parte si focalizza sullo svolgimento dei progetti e include la stesura degli stessi in diversi ambiti: clinico, lavoro e sviluppo ma poco chiara è la spiegazione delle metodologie ed attività per chi intende comprendere come effettuare e gestire un progetto.

La terza parte è relativa ai criteri diagnostici dei disturbi del DSM 5 ( la versione 2014 fa riferimento al DSM4) per il caso clinico. Criteri consultabili nei vostri manuali di studio oltre che dal DSM5.

L' ultima parte raccoglie gli articoli del codice deontologico degli psicologi italiani con relativa spiegazione. Acquistare il codice deontologico è vano poiché potete accedere al sito del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi e stamparlo in modo completamente gratuito. 

Sfatate la leggenda secondo cui vi sono sedi impraticabili e tracce impossibili, l'EDS mette in pratica ciò che sarà il vostro futuro lavoro ed è doveroso rispolverare quei testi che ci hanno accompagnato e che sono parte di noi, nonché le basi della disciplina!

L'EDS è determinato dalla vostra preparazione, che vi permetterà di far fronte a qualsiasi prova, in qualsiasi sede!

Prepararsi alla prima prova 

Prepararsi alla seconda prova

13Dic, 2017
Anoressia Nervosa

"Specchio sii più gentile oggi se ce la fai...
Ho l'anima fuori servizio e un vizio di forma, di sostanza che non passa mai ...
Specchio due dita in gola e mi riconoscerai, potrei far meglio ma lo sai qui tutto si è ristretto ... la gioia, il tempo, lo spazio, il sentimento ... sai non è tutto perfetto, si tira dritto sfiorando il   precipizio..."

Sono le parole di un inno: "Specchio", l'inno contro Anoressia e Bulimia, cantato dalla band torinese "Subsonica" il cui il videoclip del brano parte con una dichiarazione:

"Sei obbligato a essere perfetto, un perfezionismo ossessivo, precisione, ordine, simmetria, istinto da controllare..."

L'Anoressia Nervosa rappresenta una patologia invalidante che porta a gravi conseguenze, fino ad arrivare alla morte. La percentuale relativa al TGM (Tasso grezzo di mortalità) è del 5% per decennio ed i decessi si verificano per complicazioni mediche associate al disturbo stesso. La maggior parte dei soggetti che richiede aiuto va, invece, incontro ad una remissione completa.

La restrizione alimentare, può partire con una semplice dieta: la ragazza/il ragazzo non si sente attraente, si sente grassa/o o brutta/o e da avvio ad un regime alimentare troppo stretto, intorno alle 6/700 calorie al giorno, che presto si trasforma in astinenza. Quest'ultima prende il sopravvento, e si arriva a non mangiare più.

Riconoscere l'Anoressia Nervosa

Esistono tre caratteristiche essenziali per riconoscere l'Anoressia Nervosa:

1 Persistente restrizione nell'assunzione di calorie in relazione alla necessità, che porta a un peso significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo, significativamente basso, è definito come un peso inferiore al minimo normale, oppure per i bambini e adolescenti, risulta essere inferiore di quello minimo previsto.

2 Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi o comportamento persistente che interferisce con l'aumento di peso, che non viene alleviata con la diminuzione di peso significativamente basso.

3 Alterazione del modo in cui viene vissuto dall'individuo il peso o la forma del proprio corpo, che influenza notevolmente i livelli di autostima, o mancanza di riconoscimento della gravità dell'attuale condizione di sottopeso.

La valutazione del peso può essere difficile perché il range di peso normale differisce tra gli individui, ma l'IMC (indice di massa corporea) è un utile parametro per valutare il peso del corpo in relazione all'altezza. Per gli adulti un IMC di 18,5 kg/mq è stato utilizzato come il limite inferiore del peso normale.  IMC  = peso / (altezza)2

Può presentarsi con:

- Condotte di eliminazione: la persona presenta episodi di abbuffata con condotte di eliminazione quali : vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

- Con Restrizioni: la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso dieta, digiuno ed eccessiva attività fisica

La maggior parte dei soggetti con AN del tipo con abbuffate/condotte eliminatorie si abbuffa adottando poi condotte eliminatorie ma in alcuni casi, anche in assenza delle abbuffate, vengono comunque messe in atto queste metodiche per l'assunzione anche di piccole quantità di cibo.

Tutto ciò porta ad una varietà di pericolose condizioni mediche letali poiché la compromissione nutrizionale influenza i sistemi organici. Amenorrea, perdita di densità minerale ossea, anomalie dei parametri vitali, leucopenia, disidratazione, emaciazione, ipotermia, bradicardia sono tutti segni e sintomi tipici, riscontrabili anche attraverso indagini strumentali. Oltre a questi fisiologici scombussolamenti l'AN viene accompagnata da umore depresso, irritabilità, ansia ed insonnia.

Comprendere il sintomo, oltre i criteri diagnostici

Quanto specificato finora è quello che succede nell'Anoressia Nervosa da manuale diagnostico ma da un punto di vista più profondo "il sintomo" rappresenta la maniera in cui la psiche esiste e si nutre delle sue storie drammatiche come meglio non potrebbe e non saprebbe nutrirsi d'altro, e che agisce nella mortifera forma di una vita invisibile.


Approccio Strategico

Secondo l’approccio strategico rappresenta una tentata soluzione apparentemente funzionale ad un malessere maggiore che inizialmente ha la funzione di gestirlo e a lungo termine aggrava il problema stesso. 

Quando nacque il mio Dolore lo circondai di cure, e lo vegliai con amorosa tenerezza.

E il mio Dolore crebbe come tutte le cose viventi, forte e bello e incantevole. E quando cantavamo insieme, il mio Dolore ed io, gli altri ci rivolgevano sguardi benevoli e mormoravano parole di straordinaria dolcezza.

E c’erano quelli che ci lanciavano occhiate invidiose, perché il Dolore era nobile, e io andavo fiero del Dolore”

Si porta con sé la manifestazione di un disagio legato a un momento di transizione, da una fase di vita ad un'altra, in cui l'assetto psichico della persona è in qualche modo deficitario.

Il sintomo assurge a manifestare la cristallizzazione di una dinamica intrapsichica in cui l'assunzione di responsabilità, identità, progettualità, stentano ad emergere. Il cibo rifiutato e/o assunto a dismisura, simbolicamente rappresenta quel nutrimento necessario al cambiamento che viene fagocitato nell'eccesso e che la psiche non è pronta a metabolizzare.

L'eccesso e la sua controparte, il limite, rimane tagliato fuori come la possibilità di crescita. Nell'anoressia si è, infatti, imprigionati in una condizione psicologica, la gabbia dorataL’alimento da ingerire, oggetto della fame, rappresenta anche il mondo nella sua globalità. Sembra che mangiare diventi un modo per afferrare il mondo, ed equivale a produrre e creare; Pertanto, il rifiuto del cibo, il digiuno, diventa un modo per non entrare in contatto con il mondo. Rifiutando il cibo si rifiuta il mondo con cui si è costretti a convivere e da cui si cerca di differenziarsi, attraverso una drammatica esperienza di morte.

Il cibo, come la droga, è semplicemente un mezzo, colmo di significato, per dare voce ad una sofferenza. Divenire pelle e ossa equivale a divenire invisibili.

Perdere i caratteri sessuali secondari e ricondurre il corpo ad uno stadio prepuberale rappresenta un rituale difensivo primario, messo in atto in risposta a una comunicazione ed una presenza vissuta pericolosa per la sopravvivenza delle proprie espressioni vitali.

Sebbene i paesi industrializzati abbiano un tasso di maggiore incidenza di AN, che fa pensare ai fattori ambientali come terreno fertile per l'esordio, non è da considerare, però, una patologia solo legata a stereotipi sociali di bellezza. Qualunque sia l’origine è necessario interrompere il circolo mortale.

Non restringerti la vita, restringi i tempi per essere felice : chiedi aiuto!

21Nov, 2017
Violenza sulle donne: Quando l'amore è un epilogo tragico

 Il 25 novembre ricorre, come ogni anno, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Cosa induce a sopportare il crescendo di umiliazioni, angherie domestiche e/o prepotenze pubbliche che possono preludere un tragico epilogo?

La violenza sulle donne non è un fenomeno che si consuma in strada, ma una piaga che ha come scenario le mura domestiche.

Il "vampiro relazionale" è in grado, attraverso l'uso di subdole armi psicologiche, di manipolare ed asservire ai propri desideri.

Il concetto di Femminicidio si diffonde nel 1992 e indica l'uccisione di donne per ragioni misogine

implicando violenza contro le donne mirante ad annientare la soggettività sul piano psicologico, simbolico, economico e sociale, che precede e può condurre all'omicidio.

Nell'assemblea ONU del 1993, la violenza contro le donne è descritta come ogni atto di violenza fondata sul genere che ha come risultato un danno o una sofferenza fisica, psichica o sessuale.

La convenzione di Istanbul del (2011) crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Introducendo, come rilevante, la relazione affettiva tra le due persone, a prescindere da vincoli matrimoniali o familiari.

L'elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione.

La Convenzione prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili. 

Di che tipologia di carnefici si tratta?

La violenza intra-familiare è all'origine della gran parte dei comportamenti violenti.

Crescere in ambienti violenti, umilianti e abusanti porta all’evoluzione di personalità disorganizzate incapaci di stabilire relazioni equilibrate.

"Case studies" evidenziano soggetti con disturbo di personalità antisociale, borderline e paranoide che riperpetuano e vivono la violenza come punizione e liberazione dalla sofferenza subita.

Si chiamano "Gaslighter" e stabiliscono relazioni patologiche con forte dipendenza affettiva mancando di empatia.

Il manipolatore ha bisogno di mantenere la percezione positiva di sé, laddove la vittima ha un forte bisogno di fusione e approvazione.

Nello specifico, esistono tre tipologie di Gaslighter:

L’Affascinante: ossia colui che utilizza come strumento manipolativo le lusinghe e le attenzioni, con lo scopo di avvicinare emotivamente la vittima, carpendone la totale fiducia.

È difficile da identificare come manipolatore, questo perché all’inizio sembrerà essere l’uomo perfetto.

È importante sottolineare che i suoi comportamenti non sono messi in atto per i reali bisogni della compagna ma sono diretti unicamente a soddisfare se stesso e le proprie aspettative.

Attraverso l’adulazione tenderà a scusare le sue mancanze e le sue critiche nei confronti della donna.

Il Bravo ragazzo: ovvero colui che apparentemente sembra interessarsi solo ed esclusivamente al bene della vittima, sostenendola ed incoraggiandola.

In realtà tutto ciò è fatto per soddisfare le proprie necessità, interponendo i propri bisogni a quelli della compagna, riuscendo comunque a dare un’impressione opposta.

Anche questa figura disorienta la vittima poiché si presenta in maniera impeccabile, è innamorato, affidabile e disponibile;

la violenza che mette in atto è subdola e difficile da identificare in breve tempo, quindi sarà accondiscendente con la vittima a parole ma, in realtà, metterà in atto comportamenti freddi e scarsa partecipazione.

Colui che esprime esplicitamente la violenza con aggressività diretta, continue critiche e sarcasmo è L'intimidatore

egli rimprovera  la vittima apertamente, la maltratta e cerca di farla sentire in colpa perchè non si comporta come lui vorrebbe.

La sua intimidazione si basa sull’apocalisse emotiva: urla, offese, minacce di abbandono, tutto ciò per creare insicurezza e creare una trappola più forte.

Molto spesso approfittano di situazioni in cui la vittima non può controbattere, ad esempio durante una cena con amici, così da rendere il tutto ancora peggiore.

 “sei grassa”, “sbagli sempre tutto”, “sei insignificante/fallita”, “non me lo hai detto, lo hai immaginato”, “se ti lascio resterai sola a vita”

Lo scopo è generare una totale dipendenza, attraverso una morte morale.

Il manipolatore affianca la distorsione della realtà e dei ricordi, scusandosi e dicendo che non è successo nulla di sbagliato in modo che

la vittima sia portata a dubitare di se stessa e delle sue facoltà con conseguenze come incubi, scarsa fiducia in se stessa, sensazione di sconcerto e confusione, incapacità di ricordare, sintomi ansiosi, somatici, stati depressivi e di rabbia.

Le vittime di questi crimini violenti pertanto sono solitamente persone fragili e insicure che idealizzano la figura dell'altro.

Paura e senso di colpa sono le leve emotive, insieme al desiderio fusione e alla trappola dell'empatia.

E i meccanismi di difesa come negazione, scissione, e rimozione portano a continuare la vicinanza con "il vampiro".

Come far fronte all'esperienza traumatica?

Sostegno psicologico, psicoterapia e gruppi di auto-aiuto sono fondamentali per la riparazione del trauma  delle esperienze emozionali.

I centri antiviolenza, inoltre, possono essere dotati di case-rifugio con lo scopo di aiutare la donna a ricostruire un progetto di vita concreto che tuteli lei e i figli

Per le segnalazioni è attivo il 1522, il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale

Non aver paura di scegliere, questo non è amore!

Palliativi Dolorosi

ll significato collettivo attribuito al termine "Tossicodipendenza" rimanda all'abuso di sostanze psicoattive. "Toxikon" deriva dal greco e significa "Veleno". E' da sottolineare che qualsiasi comportamento eccessivamente reiterato nel tempo, assume caratteristiche "velenose", nocive e distruttive per il nostro corpo e la nostra mente.

Che si tratti di dipendenza da sostanze psicoattive o da comportamenti socialmente accettati come: shopping, internet, sesso e gioco d'azzardo, che rientrano nelle "new addiction" , il "comun denominatore" è quello di cambiare la percezione di sé e dell'ambiente circostante. Modificare lo stato di coscienza ordinario, il cui disagio non può essere regolato diversamente.

La tossicomania, secondo Galimberti, incarna la teoria Platonica del desiderio. Quest'ultimo fa della mancanza una belva dispotica indomabile, spingendo ad aggrapparsi ad essa senza poter più tendere ad altro. Il desiderio è mancanza, è vuoto, inteso non come contrario al pieno, ma come uno stato insaturabile che si svuota man mano che cerchiamo di riempirlo. In questa ottica si prova un dolore irresistibile ed il piacere che ne segue è cessazione di sofferenza. La società attuale sembra essere arrotolata su sé stessa, senza direzioni ed orientamenti. Il futuro ne consegue incerto e vissuto come minaccia. Si vive solo nel presente ed in modo eccessivo, comportando la svalutazione di tutti i valori, traducibile in: "analfabetismo affettivo" e qui la tossicodipendenza diviene il mezzo che dà sollievo alla sopraffazione delle emozioni.

Una sorta di "self-medication" o rimedio volto alla ricerca di un rifugio in cui vengono dissociate le sensazioni, le emozioni ed i conflitti non rappresentabili sul piano cosciente. Si anestetizza la vita rinunciando all'uso del pensiero a favore di una scarica emozionale, rendendosi impavidi, "senza macchia e senza paura", eroici, mascherati da identità capaci di affrontare apparentemente la vita.

Allo stesso modo con Internet, credendo di avere il mondo in una scatola e poter soddisfare immediatamente i propri bisogni, non facendo altro che rimanere "intrappolati in rete" attraverso la costruzione di identità mascherate e relazioni idealizzate/idealizzanti, dando paradossalmente voce alla propria difficoltà comunicativa.

Si trae da tutto ciò un effimero piacere che porta pian piano alla riduzione dell'effetto per esposizione continua, comportando la necessità di aumentare l'esposizione per sortire piacere, finendo nella prigione delle dipendenze patologiche

L'indipendenza poggia sulla capacità di dipendere ed affidarsi all'altro, che inizia e si struttura fin dalla prima infanzia nella relazione con le figure di riferimento. Patologiche divengono le forme "non negoziabili" di dipendenza o le pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza.

Le fonti utilizzate per questo articolo sono riportate nelle parole evidenziate

11Nov, 2017
L'amore da un altro punto di vista

Nessuno strumento standardizzato sembra adeguato a misurare le molteplici sfaccettature dell'amore, ma le conoscenze sul funzionamento del cervello hanno fornito mezzi di indagine arrivando a quella che si dice “SCIENTIFICIZZAZIONE” dell’amore.

Per quanto poco poetico possa risultare, ciò ha consentito di documentare l’intervento di vari sistemi neurali e neurotrasmettitoriali coinvolti in esso.

L’amore è un processo che coinvolge l’uomo nella sua globalità biologica, psicologica e sociale ed è finalizzato a promuovere la vicinanza tra due individui allo scopo di favorire la riproduzione della specie, il senso di sicurezza, la gioia ed il benessere, attraverso l’attenuazione delle sensazioni spiacevoli provocate dall’ansia e dallo stress.

Il termine processo indica che l’amore è un entità dinamica, con un inizio preciso e con una evoluzione che segue tappe ben determinate.

Può accompagnare tutta la nostra esistenza, ed è una condizione cui siamo capaci di approcciarci nella sua interezza quando il cervello ha raggiunto un livello ottimale di sviluppo.

Origina a partire dall’attrazione che, a livello soggettivo, si estrinseca come innamoramento, ed è seguito dall’attaccamento.

PRIMA TAPPA : ATTRAZIONE-INNAMORAMENTO

Si tratta di un’esperienza improvvisa ed imprevedibile, finalizzata a favorire il legame tra due persone molto diverse dal punto di vista genetico e la procreazione di individui più forti, quindi è strettamente connesso alla sopravvivenza della specie.

La durata, da 6 mesi a 3 anni, da un punto di vista evoluzionistico è interpretato come tempo minimo affinchè una donna rimanga incinta e provveda alle cure del neonato, e l’uomo si occupi di loro.

L’attrazione viene regolata dagli stessi sistemi che entrano in gioco nelle emozioni primarie: ansia e paura. Secondo questa teoria, diversi stimoli, in particolar modo quelli visivi, cambierebbero l’equilibrio chimico e/o funzionale del cervello.

L’innamoramento non è un processo volontario, così come la scelta di un individuo piuttosto che un altro: La scelta viene determinata da ricordi ancestrali conservati nel nostro ippocampo, collegati agli stati emotivi delle prime esperienze positive, evocate da chi si occupava di noi.

La "sintomatologia dell’attrazione" ricorda la fase ipomaniacale del disturbo bipolare e questo fa pensare che potrebbe essere sotteso ad analoghe modificazioni neurochimiche, come aumento di funzionalità dei sistemi dopaminargico e noradrenergico.

Altre caratteristiche dell’attrazione si possono osservare in comportamenti come restringimento degli interessi e pensieri intrusivi riguardanti il partner. Da qui l’analogia tra idea ossessiva tipica del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e idea prevalente dell’innamoramento.

In effetti, le ultime ricerche ci insegnano che esplorando l’ipotesi che ci potesse essere una sovrapposizione a livello di disfunzione serotoninergica, si è notato che i soggetti che si erano innamorati da poco tempo, ancora nella fase romantica, in assenza di rapporti sessuali, la densità del trasportatore piastrinico della serotonina risulta simile a quella osservata in un gruppo di pazienti affetti da DOC.

La tempesta biochimica scatenata dall’attrazione provoca, inoltre, cambiamenti ormonali. Nelle fasi dell’innamoramento si presentano elevati i livelli di cortisolo che evidenziano come la creazione di legami sociali sia una situazione stressante.

Il testosterone, invece,  mostra un andamento caratteristico e opposto a seconda del sesso: negli uomini diminuisce e nelle donne aumenta, in modo che gli individui dei due generi si incontrino a metà strada!

ATTACCAMENTO

L’attaccamento è la fase che segue quella dell’attrazione e necessita di tempo per verificarsi.

E' caratterizzato dall’esigenza di vicinanza, da segni comportamentali e fisiologici di malessere e agitazione quando si verifica la separazione dall’oggetto dell’attaccamento

Nell’ultimo decennio si è sottolineato il ruolo chiave di neuropeptidi come ossitocina e vasopressina nell’inizio e nel mantenimento dell’attaccamento infantile, del comportamento materno e della formazione della coppia.

Le catecolamine, in particolare dopamina, attiva la curiosità e quindi l’interesse verso l’altro;

In conclusione, appare chiaro che l’attrazione e l’attaccamento non siano regolati dal caso, ma da processi biologici ben stabiliti con ovvie importanti conseguenze da un punto di vista evoluzionistico.

La formazione dei legami fra simili non è comunque legata solo alla riproduzione, ma ha lo scopo di fornire una ambiente sicuro dove i neonati possono essere protetti fino al raggiungimento della loro autonomia.

Bibliografia

Jannini A. E., Lenzi A., Maggi M., "Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia e medicina della sessualità", Elsevier, 2007.

Edizione 2017