Esame di stato per psicologi, prepararsi alla terza prova
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Rappresentazione realizzata 
da Valeria Papa


Il caso clinico

Siete ad un passo dalla fine ed i livelli di arousal al punto giusto per poter continuare a convergere le vostre risorse verso l'obiettivo!

In terza prova avrete davanti la breve descrizione di un caso clinico in ambito evolutivo o adulto e dovrete effettuare un’ipotesi diagnostica proponendo l’intervento più adeguato.

E' il momento ancora più opportuno per mettere in gioco tutta la vostra preparazione!

È doveroso premettere e ricordare che la professione di psicologo, come regolamenta articolo 1 della legge n 56 del 18 febbraio 1989, comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento, in ambito psicologico, per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità ed altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Si tratta di un principio inflessibile da tenere in considerazione in terza prova e dopo l’abilitazione! Siete psicologi non psicoterapeuti, né psichiatri!  

Salvaguarderete, sì, la vostra autonomia professionale nella scelta dei metodi, ma riconoscerete, al contempo, i limiti del vostro intervento e proporrete al paziente, ove necessario, altre figure che siano d’aiuto per dare una risposta efficace ed immediata alla problematica presentata.

Fare diagnosi psicologica significa raccogliere informazioni sul soggetto e codificarle al fine di raggiungere la comprensione della sua struttura e del suo funzionamento per poi effettuare una valutazione complessiva che tenga in considerazione il quadro sintomatologico ma senza soffermarsi solo ad esso. La finalità è aiutare il paziente! 

Una volta orientati verso un’ipotesi di diagnosi attraverso il colloquio, dovrete avvalervi degli strumenti psicometrici che possano avvalorare l’ipotesi, sempre in virtù della proposta di intervento, mirata a rispondere esclusivamente alle esigenze del paziente!

Una guida utile e poco dispendiosa che presenta una rassegna di casi clinici adulti secondo le indicazioni per l'EDS è il seguente: " PSICOLOGO: CASI CLINICI , per la professione e l'esame di stato" disponibile anche su Amazon.

Per chi predilige il caso clinico evolutivo, invece, potrebbe consultare il testo di Fabio Celi:

Nel corso dell’articolo troverete informazioni su come orientarvi a svolgere questa terza prova.

Come svolgere il caso:

La prima cosa da fare è leggere la traccia e valutare in base a quando descritto in essa i seguenti 5 punti:

  1. Invio del paziente
  2. Motivazione
  3. Domanda di consultazione 
  4. Diagnosi di stato 
  5. Storia Personale
  6. Sintomatologia espressa

Vale a dire:

1 Il paziente chiede spontaneamente una consultazione o viene inviato da altri?

Questo primo punto da informazioni importanti e fondamentali per il clinico sul grado di consapevolezza del soggetto rispetto al disagio psicologico e sulla motivazione al trattamento.

2 Quale è la motivazione del paziente?     

La motivazione si riferisce allo scopo che sottende la richiesta della persona che si rivolge allo psicologo,  alle aspettative del paziente ed ai bisogni che la persona investe nella relazione con lo psicologo e può essere:

  1. Intrinseca: espressa dal soggetto stesso
  2. Estrinseca: richiesta da altri e non principalmente dal soggetto.

3 Che problema/difficoltà porta il paziente al primo colloquio? 

La domanda di consultazione riguarda il motivo per cui il soggetto consulta lo psicologo e può essere il linea disagio psicologico quando il soggetto ha buona consapevolezza, oppure sottendere altre problematiche che il clinico indagherà attraverso la “diagnosi di Stato” e la storia del paziente “anamnesi”

4  Che informazioni ricaviamo dal linguaggio verbale e non verbale del sogetto?  

La diagnosi di Stato riguarda, appunto, lo stato del soggetto nel momento in cui arriva in consultazione e deve essere effettuata in fase iniziale per permettere di ottenere informazioni sulla eventuale compromissione di alcune aree e sul grado di gravità al fine di stabilire l’iter diagnostico e gli strumenti di rilevazione da utilizzare. Pertanto, si presterà attenzione a: aspetto, comportamento, vigilanza, attenzione, sensazione e percezione, memoria, pensiero, affettività, umore, consapevolezza, capacità di giudizio.

5 Non dare nulla per scontato! È necessario raccogliere informazioni che indirizzino il clinico verso un’ipotesi diagnostica. In base alle informazioni che si vogliono ottenere,  si procede alla raccolta anamnestica familiare, Fisiologica e medica, socio-relazionale e psicopatologica.

Se avete già tutti questi dati si procede ad effettuare l’ipotesi di diagnosi ed intervento ma in sede d’esame di stato, come già detto precedentemente , queste informazioni non sono sempre riportate, per cui le citerete sugli approfondimenti da fare per giungere ad un’ipotesi diagnostica quanto più corretta.

Ricordate, è bene parlare di ipotesi diagnostica e non di diagnosi! Siate “Socratici” in modo che sapendo di non sapere potrete non trascurare nulla ed approfondire per giungere alla conoscenza.

L’ipotesi diagnostica deve rifarsi ad una classificazione nosografica. Sono diversi i sistemi nosografici: ICD-10; DSM-5 e PDM

ma la classificazione nosografica da utilizzare, poiché maggiormente conosciuta e consultata a livello internazionale è il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali ovvero il  DSM-5 !

Ciò che dovrete svolgere viene sempre esplicitato nella traccia ma solitamente la struttura del vostro lavoro dovrà presentare :

  • La classificazione nosografica utilizzata
  • Ipotesi Diagnostica sulla base dei sintomi riscontrati 
  • Ipotesi Differenziale
  • Approfondimenti diagnostici per avvalorare l’ipotesi
  • Colloqui di approfondimento 
  • Trattamento/Intervento comprensivo di : approccio,orientamento, ed obiettivi 
  • Restituzione

Esempio pratico

" Un uomo di 44 anni giunge in prima consultazione su diversi tentativi di invio da parte del suo socio di lavoro e dei familiari. Afferma di aver avuto un incidente in moto, insieme alla fidanzata, riportando lesioni fisiche di vario genere e che la compagna si trova attualmente in stato neurovegetativo conseguente all'incidente. Riferisce, inoltre, che negli ultimi 6 mesi, fa incubi ricorrenti, ha difficoltà a concentrarsi, presenta flashback relativi all'evento ed il suo umore è irritabile. Aggiunge di provare uno stato di angoscia che aumenta quando si presenta in ospedale a trovare la compagna, a causa della sua condizione di salute, rimasta invariata."

  • Al fine di effettuare un’ipotesi diagnostica quanto più chiara possibile si farà riferimento ai principi della psicologia clinica ed alla classificazione nosografica proposta dal DSM-5
  • Un uomo di 44 anni, arriva in prima consultazione inviato su più tentativi dal socio di lavoro e dalla famiglia. Questo  primo elemento ci fa supporre uno scarso "insight" oltre che motivazione estrinseca. In base alla sintomatologia espressa negli ultimi 6 mesi in seguito all'incidente : incubi ricorrenti,  difficoltà di concentrazione, flashback, umore irritabile  si potrebbe ipotizzare un disturbo da stress post-traumatico in quanto vengono soddisfatti i criteri  diagnostici del DSM-5 ovvero: A) La persona è stata esposta ad un evento traumatico ha assistito, o si è confrontata con un  evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri; B) L'evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi: Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell'evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni ( IL SOGGETTO PRESENTA FLASHBACK) ; D) Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi: Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno; Irritabilità o scoppi di collera; Difficoltà a concentrarsi; Ipervigilanza; Esagerate risposte di allarme; E) La durata del disturbo è superiore a 1 mese; F) Il disturbo causa un disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti
  • Saranno necessari ulteriori colloqui per approfondire ed esplorare il vissuto relativo all’evento traumatico, effettuare una raccolta anemnestica socio-lavorativa per confermare i criteri C) del disturbo da stress post traumatico. Sarebbe utile somministrare strumenti psicometrici quali: CAPS ovvero Clinician Administered PDTS Scale per valutare la presenza del disturbo;   L’MMPI-2 Per valutare la personalità oltre la sintomatologia espressa e nella fattispecie l'ansia di stato attraverso la scala di contenuto ANX. 
  • Ci si potrebbe avvalere di una consulenza psichiatrica per valutare l’opportunità di un eventuale trattamento farmacologico volto a ridurre la sintomatologia espressa, abbassare il livello di vigilanza ed in tal modo favorire il trattamento psicologico
  •  Si potrebbe proporre un trattamento psicoterapeutico di tipo supportivo-espressivo ed avvalersi della tecnica EMDR d'elezione per il DPTS
  • Sarà necessario prioritariamente lavorare sulla motivazione e dare un senso alla sintomatologia all’interno della storia di vita del soggetto.  Potrebbe essere utile effettuare un lavoro sulla capacità di gestione dello stress per poter affrontare adeguatamente gli eventi futuri ed indagare ed eventualmente contenere il senso di colpa ed angoscia relativi allo stato della compagna.

In questo caso manca la diagnosi differenziale che solitamente si pone con il disturbo acuto da stress la cui durata dei sintomi interessa un periodo di tempo che va da 3 giorni a 1 mese dall’esposizione al trauma. Quando i sintomi persistono per più di 1 mese si effettua la diagnosi di PTSD.

Per esercitarsi :

Il candidato illustri le modalità con cui intende acquisire maggiori conoscenze per produrre una ipotesi diagnostica ed indichi gli interventi più idonei che potrebbero essere attuati.

• Carlo, un ragazzo di 19 anni alto e molto magro, viene accompagnato dei genitori presso centro salute mentale di riferimento perché preoccupati dei comportamenti del figlio negli ultimi sei mesi: Ha smesso di uscire con gli amici, Se ne sta spesso ritirato in camera sua, con i genitori e la sorella comunica lo stretto necessario e il mattino dopo non riesce ad andare a scuola. Ripetente, Carlo è un ragazzo che ha sempre fatto un po' di fatica negli studi ed ha sempre avuto un carattere timido e riservato ma non s'era mai comportato cosi. I genitori dicono di vederlo cambiato come se fosse sempre assente, in un altro mondo. Al colloquio il ragazzo si presenta con le cuffie dell'iPod nelle orecchie e gli occhiali da sole anche se è quasi sera. A stento riesce a dire che le cose sono cambiate, Non sono più le stesse E fa fatica a dormire.

• Giorgia ha 10 anni e frequenta la quinta elementare. I genitori hanno in corso una separazione molto conflittuale: il padre non vive più con la famiglia già da qualche tempo. Gli insegnanti rilevano nell'ultimo periodo molte difficoltà di Giorgia a mantenere la concentrazione dell'attenzione in classe,  una grande fatica a rimanere seduta nel proprio banco, difficoltà a seguire la lezione ed un modo invadente di entrare in relazione con i propri compagni. Per tali ragioni viene da loro consigliata una consulenza psicologica per comprendere meglio le difficoltà di Giorgia.

• Diana, giovane donna trentacinquenne ha abusato di cocaina fino all'età di 16 anni. Da qualche anno ha sviluppato una forte dipendenza dalla sostanza. Si rivolge al SerT in seguito ad una segnalazione della prefettura essendo stata fermata dalla polizia e trovata in possesso di una modica quantità di cocaina. Al primo colloquio racconta di essere figlia unica di una coppia con gravi più problemi coniugali. La giovane donna vive tuttora con i genitori e la stessa ha avuto una vita affettiva segnata da tradimenti e fallimenti. Lavora come operaia in una cooperativa ma rischia di perdere il posto di lavoro ed ha gravi problemi economici derivati dalla dipendenza da cocaina e dal suo costo.

• Anna 17 anni, arriva in consultazione accompagnata dalla madre, preoccupata per il suo isolamento sociale. Infatti quando arriva l'estate non esce con gli amici e trascorre tutte le vacanze chiusa in casa. Il comportamento è iniziato nella prima adolescenza e progressivamente si è acuito nell'ultimo anno. Anna è una ragazza timida e a tratti distoglie lo sguardo dal clinico. Sebbene la stagione sia calda indossa maglietta a maniche lunghe e pantaloni. Alla domanda dello psicologo su quale sia il motivo del caldo abbigliamento risponde che non vuole mostrare le lesioni sulla pelle che si procura da sola, raccontando che è il motivo del suo isolamento ma che non è riuscita a confidare ai genitori per paura del loro giudizio. Racconta di stuzzicarsi la pelle e quando si formano delle croste che vengono "via bene" prova un senso di sollievo.

• Gli insegnanti bella classe terza della scuola primaria Leopardi di Perugia si rivolgono allo psicologo per segnalare Matteo, un bambino a loro dire particolarmente difficile da comprendere. Nel corso dei due precedenti anni scolastici i genitori di Matteo sono stati più volte convocati perché il bambino, in genere taciturno e silenziosamente seduto al banco, mostra un'improvvisa quanto immotivata aggressività nei confronti dei compagni di classe. I docenti riferiscono che Matteo è un alunno cognitivamente vivace, interviene in modo logico e pertinente utilizzando un linguaggio lessicalmente e grammaticalmente molto più corretto ed appropriato della media dei sei compagni. Purtroppo lamentano che la maggior parte delle volte si distrae non terminando le verifiche scritte, e nonostante invitato a riflettere sulle conseguenze negative per il suo comportamento, Matteo non si mostra minimamente preoccupato. Trascorrere tutto il tempo da solo e quando gli altri alunni escono in giardino si mette ad osservare piante e insetti con la lente di ingrandimento che porta sempre nell’occhio zaino ed utilizza per creare giochi di luce in classe  bruciacchia formiche e sterpaglie con  riflesso del sole.

Ricordate che il tempo a disposizione è solitamente di 2 ore ed i criteri di valutazione sono i medesimi per tutte le 3 prove.

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