Palliativi Dolorosi

ll significato collettivo attribuito al termine "Tossicodipendenza" rimanda all'abuso di sostanze psicoattive. "Toxikon" deriva dal greco e significa "Veleno". E' da sottolineare che qualsiasi comportamento eccessivamente reiterato nel tempo, assume caratteristiche "velenose", nocive e distruttive per il nostro corpo e la nostra mente.

Che si tratti di dipendenza da sostanze psicoattive o da comportamenti socialmente accettati come: shopping, internet, sesso e gioco d'azzardo, che rientrano nelle "new addiction" , il "comun denominatore" è quello di cambiare la percezione di sé e dell'ambiente circostante. Modificare lo stato di coscienza ordinario, il cui disagio non può essere regolato diversamente.

La tossicomania, secondo Galimberti, incarna la teoria Platonica del desiderio. Quest'ultimo fa della mancanza una belva dispotica indomabile, spingendo ad aggrapparsi ad essa senza poter più tendere ad altro. Il desiderio è mancanza, è vuoto, inteso non come contrario al pieno, ma come uno stato insaturabile che si svuota man mano che cerchiamo di riempirlo. In questa ottica si prova un dolore irresistibile ed il piacere che ne segue è cessazione di sofferenza. La società attuale sembra essere arrotolata su sé stessa, senza direzioni ed orientamenti. Il futuro ne consegue incerto e vissuto come minaccia. Si vive solo nel presente ed in modo eccessivo, comportando la svalutazione di tutti i valori, traducibile in: "analfabetismo affettivo" e qui la tossicodipendenza diviene il mezzo che dà sollievo alla sopraffazione delle emozioni.

Una sorta di "self-medication" o rimedio volto alla ricerca di un rifugio in cui vengono dissociate le sensazioni, le emozioni ed i conflitti non rappresentabili sul piano cosciente. Si anestetizza la vita rinunciando all'uso del pensiero a favore di una scarica emozionale, rendendosi impavidi, "senza macchia e senza paura", eroici, mascherati da identità capaci di affrontare apparentemente la vita.

Allo stesso modo con Internet, credendo di avere il mondo in una scatola e poter soddisfare immediatamente i propri bisogni, non facendo altro che rimanere "intrappolati in rete" attraverso la costruzione di identità mascherate e relazioni idealizzate/idealizzanti, dando paradossalmente voce alla propria difficoltà comunicativa.

Si trae da tutto ciò un effimero piacere che porta pian piano alla riduzione dell'effetto per esposizione continua, comportando la necessità di aumentare l'esposizione per sortire piacere, finendo nella prigione delle dipendenze patologiche

L'indipendenza poggia sulla capacità di dipendere ed affidarsi all'altro, che inizia e si struttura fin dalla prima infanzia nella relazione con le figure di riferimento. Patologiche divengono le forme "non negoziabili" di dipendenza o le pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza.

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